Formazione <-> India

1206bangalore2 In India si laureano in media ogni anno 200.000 ingegneri, di questi 17.000 raggiungono il Master e 900 ottengono un dottorato di ricerca. Vivek Wadhwa (di origine Indiana, ma insegnante alla Pratt School of Engineering della Duke Universuty e alla Harvard Law School) ha realizzato una ricerca dal titolo “How the discipline became the Guru” in cui ci spiega come il successo della tecnologia Indiana non riisieda nella cultura universitaria ma nelle aziende private. Il livello culturale dei neo lauretati pare non essere così elevato, ma le aziende colmano le lacune investendo nelle R.U. attraverso programmo di formazione interna.

La Infosys ha creato il Global Education Centre di Mysore ed istruisce 13.500 nuovi assunti alla volta con programmi di 16 mesi.

La Tata Consultancy Services a Bangalore eroga programmi interni di formazione della durata di 7 mesi.

I nuovi assunti ricevono formazione sulle Competenze Tecniche, ma anche e soprattutto sulle Competenze Trasversali (comunicazione, TeamWork, …).

Nel proseguo della carriera poi, la formazione riveste un ruolo determinante: la partecipazione periodica ai corsi è una condizione necessaria per promozioni ed aumenti retributivi. Gli alti dirigenti sono valutati anche sulla loro capacità di “educatori”.

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Formazione 2.0: Pillole di Decision Making

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Si svolgerà il prossimo 04 novembre il 3° incontro del ciclo “Pillole di Formazione” presso la Confindustria Padova, delegazione Ovest Colli dalle ore 17.00 alle ore 20.00.

L’intervento riguarderà il Decision Making e sarà condotto da Andrea Dallan.

La partecipazione all’incontro è gratuita; è possibile scaricare la presentazione dell’evento e la scheda di adesione al seguente link.

Di seguito riporto una preview delle slide che Andrea ci illustrerà:

Decision Making Preview
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Workshop: corpo e creatività

Sempre sulla newsletter PMI Microsoft è segnalato un Workshop Online gratuito dal titolo “Lavoro, corpo e creatività” che si terrà giovedì 23 ore 16.00.

Estraggo dalla presentazione del seminario:

Ma cosa succede nel corpo in relazione ai vari tipi di lavoro che si svolgono?
Come funziona il nostro sistema nervoso relativamente alle varie attività svolte?
Qual è il ruolo del sistema nervoso simpatico e parasimpatico?
Come e perchè tutti questi meccanismi diventano elementi importanti nei processi creativi personali ed aziendali nel momento che dobbiamo affrontare soluzioni di problemi od inventare qualcosa di innovativo e concorrenziale?

Direi molto interessante: io mi sono iscritto. Ci vediamo virtualmente online

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Innovazione e competizione

Questo pomeriggio stavo discutendo presso un cliente della necessità di concentrarsi sulla Ricerca & Sviluppo quando mi arriva la newsletter PMI Microsoft. Veniamo subito attirati dal titolo “Innovare per essere competitivi……

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Formazione 2.0: Alessandro Carli – Voltare pagina con il CCE

Ieri sera si è svolto presso la sede della Delegazione Ovest Colli della Confindustria Padova il secondo incontro del ciclo “Pillole di Formazione”.

L’incontro, dal titolo “Voltare pagina con il CCE” è stato tenuto da Alessandro Carli. Ecco le slide:

Voltare Pagina Col Cce Ridotto
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Potrete scaricare a questo link l’intervista a Ignazio Marino sulla Leadership di cui si è parlato ieri sera.

Un ringraziamento a tutti i partecipanti ed un invito per il prossimo incontro che si terrà il giorno 04 novembre dalle ore 17.00 alle ore 20.00 con Andrea Dallan dal titolo “Decision Making” (a questo link la brochure dell’evento in formato PDF).

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A.A.A. correttori di bozza cercasi

Cattura

Dopo circa 3 mesi ho finito la prima stesura del libro “Performance Management - Metodologia di gestione delle Attività nel Tempo per il raggiungimento degli Obiettivi con Microsoft Outlook”. Si tratta dell’evoluzione del manuale che avevo già pubblicato (vedi questo post) la cui prima stesura risale ad una decina di anni fa.

Riporto con un Ctrl+C il testo di uno dei primi paragrafi:

0.1.2 Un “libro 2.0”

Quando ho iniziato a progettare questo libro, mi sono fermato a riflettere a come renderlo disponibile. Il mio primo pensiero è stato di pubblicarlo attraverso il più classico dei canali: una casa editrice. Ma c’era qualche cosa che mi “stonava” in questa idea: inizialmente non mi era chiaro, poi mi sono fermato a riflettere ed ho individuato i seguenti punti:

1. innanzi tutto la pubblicazione di un libro attraverso un canale “tradizionale” mi ricordava troppo il Web di 8 anni fa: il libro era come un sito dove chi lo crea mette a disposizione del contenuto in modo unidirezionale, mentre io pensavo più ad uno strumento bidirezionale, con cui poter ricevere dei feedback (commenti, storie, notizie) da parte di chi lo avrebbe letto.

2. Nell’era del nanosecondo il cambiamento (inteso come sviluppo) è giornaliero, l’apprendimento è continuo. La pubblicazione di un libro mi dava invece l’idea di “statico”: una volta pubblicato avrei dovuto aspettare una ristampa per poterlo aggiornare, rivedere, modificare.

3. Ho sempre pensato che questo libro avrebbe dovuto essere ricco di link ipertestuali, che rimandassero al altro contenuto e non è molto agevole leggere da un testo e riscrivere un link tipo “http://luigimengato.blogspot.com/2008/04/manuale-corso-di-gestione-del-tempo-con.html “ mentre è ben più comodo cliccarci sopra da un documento PDF.

4. Sono convinto che il contenuto di questo libro sia solo in parte opera mia: buona parte appartiene a tutte le persone che hanno partecipato ai miei corsi di formazione e che hanno contribuito alla crescita ed allo sviluppo del presente metodo. E non penso che neppure che sia finita qui: chiunque leggerà questo libro e vorrà contribuire a svilupparlo attraverso il proprio feedback contribuirà al successivo sviluppo.

Al contrario però devo ammettere di essere un amante del libro cartaceo. Non c’è niente di più bello nello studio di poter prendere un libro reale e non virtuale, solido, di carta, metterselo sotto il braccio e portarselo in giro. Fermarsi su una panchina e leggerlo sottolineandolo con una matita. Ma come conciliare questi due aspetti contrastanti ? Da una parte i vantaggi del digitale, e dall’altra l’emozione del cartaceo. La risposta l’ho trovata naturalmente in Internet quando ho scoperto che esistevano dei servizi di stampa digitale che permettevano sia la diffusione di un’opera che la stampa anche in una sola copia. Problema risolto.

Un ultima considerazione: rileggendo i 4 punti sopra elencati mi rendo conto che rappresentano i caratteri dell’odierno fenomeno del Web 2.0: è per questo che mi piace pensare al presente come un “libro 2.0”.

lo pubblico qui in versione bozza, ma in linea con le dichiarate idee “Web 2.0”, chiedo a chiunque trovi interesse a leggerlo un aiuto in fase di correzione di errori ed imprecisioni varie. Potrete scrivermi al mio indirizzo di posta che trovate qui.  Anticipo inoltre che, una volta chiusa la fase di correzione bozza, il libro sarà disponibile per lo sviluppo all’interno di un’area di Office Live WorkSpace aperta a chiunque me ne farà richiesta.

Clicca qui per scaricare l’e-book.

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Formazione Outdoor: gestione delle emergenze

Con il termine di Outdoor Training si intendono dei programmi di formazione professionale o personale che utilizzano il supporto di situazioni concrete ed emotivamente coinvolgenti in sessioni prolungate nella natura, mettendo i partecipanti di fronte a problemi nuovi e complessi per sviluppare determinate "competenze" attraverso la capacità di apprendere dall'esperienza.

Svolgere attività formative Outdoor in torrente è per me il giusto modo per coniugare passione e lavoro, e ,per fortuna, il mese trascorso è stato ricco di appuntamenti.  Presso il RaftingCenter una sessantina di responsabili di una nota azienda di Trento sono stati divisi in gruppi e, durante la discesa in torrente, sono stati ingaggiati nello svolgere una serie di esercizi. Uno di questi riguardava la gestione di una emergenza: si trattava di dover gestire una situazione imprevista mai vissuta prima. E cosa c’è di meglio che essere lasciati da soli a guidare un gommone in mezzo al torrente ?

 

Nelle attività di Outdoor è fondamentale il momento dedicato al debriefing: dopo lo svolgimento dell'esperienza, i partecipanti confrontano i propri vissuti fra loro e con il feedback fornito dal trainer, che ha vissuto/osservato/registrato (video/foto) con loro l'esperienza. Rivedendo il video il gruppo ha osservatoe focalizzato l’attenzione sui seguenti punti:

  • lo smarrimento e l’incredulità iniziale;
  • la reazione d’istinto è stata passare all’azione (pagaiare) senza:
    • dedicare del tempo al “pensare”;
    • coordinarsi;
  • il gruppo non ha deciso che una persona sostituisse il ruolo mancante (ossia la guida);
  • la guida (=il leader) ha un ruolo diverso dal mio (=pagaiare);
  • senza un coordinatore i nostri sforzi sono inutili, l’azione non da risultato;

Nell’Outdoor le attività fisiche devono essere viste come delle metafore con le quali rilevare e sviluppare le potenzialità personali e/o del gruppo. Nel nostro caso si è sperimentato una emergenza rispetto ad una situazione nuova e mai vissuta e i partecipanti hanno confermato nel debriefing che le reazioni vissute sono le stesse che avvengono nel contesto lavorativo. Se l’azione formativa ha avuto successo (anche grazie al forte ancoraggio emotivo del contesto), la prossima emergenza lavorativa sarà affrontata con modalità diverse. Il gruppo ha suggerito:

  1. mantenere la calma;
  2. non agire ma pensare;
  3. raccogliere e condividere informazioni;
  4. identificare il problema;
  5. eventualmente scomporre il problema in piccole parti;
  6. decidere e condividere una strategia;
  7. assegnare dei ruoli;
  8. passare all’azione;
  9. svolgere frequenti check;
  10. mantenere alto il livello di condivisione delle informazioni;
  11. una volta conclusa l’emergenza riunirsi per un debriefing con l’obiettivo di accrescere il proprio bagaglio culturale.

p.s. grazie ad Adam (la guida rafting) per la perfetta gestione ….

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